Erica Stoppa

24 apr 20212 min

Le "aliene" del Mediterraneo

Il 24 marzo 2021 la notizia della nave cargo incagliata all’interno del Canale di Suez ha fatto il giro del mondo: lunga 400 metri e con un carico di circa 220 mila tonnellate, l’imbarcazione è rimasta bloccata per cinque giorni, causando danni economici pari a circa 9,6 miliardi di dollari persi al giorno.

C’è un aspetto della vicenda però che non ha suscitato la stessa attenzione mediatica, quello ambientale: non sono stati infatti tenuti in particolare considerazione i danni causati all’ecosistema marino a seguito delle manovre.

Ancora di più, questo incidente avrebbe potuto sollevare l’attenzione su uno dei flagelli del Mar Mediterraneo: le specie invasive. Se infatti sono state centinaia le navi bloccate lungo il Canale, le cosiddette “specie aliene” hanno invece continuato a riversarsi nel nostro mare.

Con l’apertura del Canale di Suez nel 1869, si sono sviluppate correnti nuove ed “innaturali”, dal Mar Rosso al Mar Mediterraneo, che hanno portato specie animali e vegetali appartenenti al primo bacino verso il secondo. Si stima che l’apertura di questo canale sia l’origine principale dell’arrivo di specie aliene, seguita dalle navi cargo che, caricando e scaricando l’acqua di zavorra, trasportano da un continente all’altro non solo microorganismi, ma anche animali accidentalmente a bordo o crostacei ed alghe attaccati agli scafi.

Ad oggi gli esperti considerano il Mar Mediterraneo come il mare europeo in cui le specie aliene hanno il maggior impatto: tra animali e vegetali, se ne contano più di millecinquecento, tra cui per esempio il pesce scorpione - Pterois miles, la cozza zebra - Dreissena polymorpha e la Caulerpa taxifolia. Quest’ultima, inserita anche all’interno della lista comprendente le cento specie invasive più dannose al mondo, è stata osservata per la prima volta nel Mediterraneo nel 1984,quando ricopriva solo un metro quadrato di superficie. Col tempo è arrivata ad occupare fino a duemila metri quadrati di fondale, rappresentando un grave problema per la sua tossicità e per la tendenza a sostituire le praterie di Posidonia oceanica, pianta acquatica tipica invece del nostro bacino.

Nonostante ciò, il Regolamento UE 1143/2014 riconosce all’interno dell’Elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale solo trentasei specie vegetali e trenta animali, di cui solamente una marina, il pescegatto dei coralli – Plotosuslineatus! Per questo motivo, negli ultimi anni è nato l’Alien Species Awareness Program - Life ASAP, progetto coordinato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA finalizzato ad aumentare la consapevolezza in merito a questi organismi.

Un articolo pubblicato dalla Commissione Europea a marzo 2020 getta sulla questione una nuova luce, ponendo l’attenzione su diciotto specie, la cui gestione potrebbe essere attuata in modo concreto ed efficace.