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  • Redazione

La donna fantasma che scoprì l'effetto serra

Aggiornamento: 8 lug 2020

1856, Stato di New York. Una giovane scienziata ipotizza per la prima volta un legame tra anidride carbonica e riscaldamento globale, mostrando a livello sperimentale il funzionamento dell'effetto serra, la cui esistenza era stata teorizzata nel 1824 da Joseph Fourier.


Si chiama Eunice Foote, ma il suo nome è stato ignorato per oltre 150 anni, così come la sua scoperta.


Se ora conosciamo il suo lavoro è merito del geologo Raymond Sorenson, che nel 2010 si imbatte in una citazione degli studi della Foote in un volume dell'Annual Scientific Discovery e ne comprende subito la sua importanza.


Per fare i suoi esperimenti la Foote utilizza dei contenitori cilindrici di vetro al cui interno inserisce dei termometri a mercurio; riempie questi contenitori con gas differenti e li espone alla luce solare per confrontare le temperature che raggiungono. Notando che il cilindro contenente anidride carbonica si è riscaldato sensibilmente più degli altri, intuisce che "un'atmosfera contenente questo gas innalzerebbe la temperatura terrestre" (Foote, Circumstances affecting the heat of the Sun's rays, 1856).


Questi risultati vengono presentati al 10° meeting dell'American Association for the Advancement of Science - AAAS; è il collega Joseph Henry a illustrarli e non la Foote in prima persona - pare a causa di limitazioni previste dall'AAAS nei confronti di donne e scienziati non professionisti. Lo studio non viene comunque incluso negli atti dell'assemblea di quell'anno. Gli esperimenti della Foote vengono poi riportati in un articolo dell'American Journal of Science e nell'Annual of Scientific Discovery 1857 di David Wells che scrive "ll prof. Henry ha quindi letto un articolo di Mrs. Foote, introducendolo con poche parole secondo cui la scienza non è di un Paese e non ha sesso. La sfera della donna abbraccia non solo il bello e l'utile ma il vero".


L'intuizione di Eunice - donna e scienziata non professionista - passa inosservata, il suo contributo alla climatologia non viene preso all'epoca in seria considerazione e lei viene dimenticata dalla storia.


Sull'altra sponda dell'Atlantico, tre anni dopo gli esperimenti di Eunice, il fisico irlandese John Tyndall (1820-1893) inizia a condurre esperimenti simili e nel 1861 pubblica lo studio Sull'assorbimento del calore da parte dei gas e dei vapori, nel quale identifica i gas responsabili dell'effetto serra. Nel suo articolo, che viene incluso negli atti della Royal Society, Tyndall non cita il lavoro della Foote e non sappiamo se ne fosse a conoscenza.


Esperimenti con strumenti più sofisticati di quelli condotti dalla Foote consentono a Tyndall di arrivare a individuare più accuratamente come questi gas siano responsabili dell'aumento della temperatura ed è tradizionalmente considerato il fondatore della climatologia moderna.


Ma, anche se ci sono voluti più di 150 anni per riconoscerlo, la Foote è stata la prima a collegare la CO2 al riscaldamento globale, la prima a suggerire un legame diretto tra quantità di anidride carbonica presente in atmosfera e cambiamento climatico.

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