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  • Redazione

Proteggere l’ambiente con la Play e la realtà virtuale

Sony PlayStation e UNEP – Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente hanno lanciato un’iniziativa che, attraverso la realtà virtuale, punta a far crescere la consapevolezza dell’impatto che i nostri comportamenti quotidiani hanno sull’ambiente. Un’esperienza tridimensionale di cinque minuti, realizzata per la prima volta usando la piattaforma Dreams, che ci mette faccia a faccia con il nostro carbon footprint, l’impronta che il nostro stile di vita lascia sul pianeta in termini di emissioni di carbonio. In media l’impronta di carbonio lasciata da una singola persona è pari a 6 tonnellate all’anno, ma per rimanere nei limiti fissati dall’Accordo di Parigi ognuno di noi non ne dovrebbe produrre più di una all’anno.


“La realtà virtuale è un mezzo straordinario per spiegare i cambiamenti climatici – spiega Martin Nebelong, uno degli illustratori che hanno partecipato al progetto – come artista, volevo progettare un’esperienza bellissima e talvolta spaventosa che mostrasse la vera portata delle nostre emissioni e gli impatti a cui dobbiamo aspettarci di assistere. Questo non si può fare in una rappresentazione a due dimensioni”. Per chi non ha dispositivi di realtà virtuale è disponibile un video nel formato 360° su YouTube.


Sony fa parte della Playing for the Planet Alliance, avviata con il supporto delle Nazioni Unite in occasione del Summit sul Clima a New York nel settembre 2019. L’alleanza unisce le principali aziende del settore videogiochi – tra cui Microsoft, Google Stadia, Rovio, Supercell, Sybo, Ubisoft e WildWorks - che hanno deciso di impegnarsi nell’azione per il clima. Se consideriamo che nel mondo ci sono circa 2,3 miliardi di persone che giocano ai videogames, è notevole il ruolo che questo settore può svolgere nell’ispirare e promuovere stili di vita più sostenibili. Le azioni previste dall’Alleanza vanno dall’inserimento di comportamenti “green” nei videogiochi, alla piantagione di alberi e alla riduzione delle emissioni di carbonio, di rifiuti elettronici e dell’utilizzo di plastica.

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