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Redazione

Amazzonia, incendi aumentati del 28% rispetto al 2019

Aggiornamento: 11 ago 2020

A luglio gli incendi in Amazzonia sono aumentati del 28%, rispetto all’anno scorso. Più di 1.000 nuovi roghi sono iniziati nella sola giornata del 30 luglio. Sono i dati ufficiali comunicati dall’Agenzia di Ricerca Spaziale brasiliana - INPE, che dalle immagini satellitari ha rilevato nel mese scorso 6.803 incendi, con un forte picco negli ultimi giorni. A luglio 2019 ne erano stati registrati 5.318.


Un dato allarmante considerando che la “stagione degli incendi” inizia generalmente solo ad agosto. Gli scienziati temono per questo un’escalation delle fiamme peggiore di quella verificatasi l’estate scorsa che, con 30.900 incendi nel mese di agosto, aveva fatto segnare il record degli ultimi 9 anni.


“E’ un segnale terribile – avverte Ane Alencar, direttore scientifico dell’IPAM - Istituto di Ricerca Ambientale dell’Amazzonia brasiliana – Ci possiamo aspettare che agosto sarà già un mese difficile e settembre sarà ancora peggio”.


Perché l'Amazzonia brucia?


All’inizio di quest’anno gli scienziati della Nasa avevano avvertito che le temperature più elevate che si stanno registrando nell’Oceano Atlantico tropicale stanno abbassando i livelli di umidità dell’Amazzonia meridionale, rendendo la Foresta più secca e aumentando la facilità con cui si propagano gli incendi appiccati dall’uomo per poi utilizzare la terra per l’agricoltura e l’allevamento.


Appiccare incendi è una pratica diffusa in questo periodo dell’anno, in cui le piogge sono più scarse, l’aria è più fresca e secca ed è più facile tagliare gli alberi e appiccare il fuoco. Gli incendi di origine naturale sono invece molto rari in Amazzonia. Secondo il rapporto pubblicato dall’IPAM, nel 2019 la causa principale delle fiamme è stata la deforestazione, che l’anno scorso ha registrato il valore record degli ultimi 11 anni e che è cresciuta del 25% nella prima metà del 2020.


Le organizzazioni che tutelano l’Amazzonia accusano il presidente brasiliano Jair Bolsonaro di aver incoraggiato i diboscamenti. Già durante la campagna elettorale per le presidenziali nel 2018 Bolsonaro si è schierato apertamente a favore della deforestazione dell’Amazzonia, giudicando le azioni di tutela della foresta fino a quel momento adottate un ostacolo allo sviluppo economico del Paese. Una volta eletto presidente ha ridotto pene, controlli e sequestri operati dalle autorità brasiliane nei confronti di boscaioli e minatori abusivi e società coinvolte nei diboscamenti illegali.


A seguito dell’ondata di incendi dell’anno scorso e della pressione della comunità internazionale, Bolsonaro ha autorizzato da maggio a settembre l’impiego di militari per limitare la deforestazione e ha emanato il divieto di appiccare incendi nella regione del Pantanal e della Foresta Amazzonica brasiliana per 120 giorni a partire dal 15 luglio 2020.


Tuttavia, la maggior parte degli incendi del 2020 si è sviluppata nella seconda metà di luglio, nonostante fosse già in vigore il divieto. Anche l’indice di deforestazione è cresciuto e gli scienziati che hanno analizzato i dati sino a fine luglio segnalano l’inefficacia delle azioni messe in atto dal Governo nel contrastare incendi e deforestazione.


Perchè è importante l'Amazzonia?


La Foresta Amazzonica è la più grande foresta tropicale al mondo, coprendo una superficie complessiva di circa 5,5 milioni di chilometri quadrati; di questi più del 60% si trova in Brasile. Spesso definita il polmone verde della Terra, è un ecosistema necessario per la salute del nostro pianeta: la quantità di anidride carbonica assorbita dalle sue piante è fondamentale per contrastare l’effetto serra e i cambiamenti climatici e il vapore acqueo che la foresta rilascia nell’atmosfera influenza, a livello globale, i cicli delle piogge, le temperature e le correnti oceaniche. In Amazzonia si concentra anche il 70% della biodiversità mondiale di specie animali e vegetali, molte delle quali non presenti in alcuna altra zona del mondo: in un chilometro quadrato di foresta troviamo, ad esempio, più di 7.500 specie di alberi, 2.5 milioni specie di insetti e oltre 1.200 tipologie diverse di uccelli.

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